Apprendimento Cooperativo a Brescia
Il Cooperative Learning, o Apprendimento Cooperativo, è una metodologia di educazione a mediazione sociale caratterizzata da attività strutturate in piccoli gruppi. Si è sviluppato negli ultimi quarant’anni negli Stati Uniti e si è poi diffuso velocemente in altre parti del mondo, in Canada, in Australia, in Israele e nel Regno Unito dove si trovano i suoi principali centri di ricerca. Da un decennio viene applicato e studiato anche in Italia (Comoglio e Cardoso, 1996), come documentato da numerose esperienze condotte in diverse scuole di ogni ordine e grado.
Le caratteristiche che rendono il Cooperative Learning un metodo valido ad insegnare e promuovere la cooperazione sono:
- la presenza di numerose forme di interdipendenza positiva, che rendono gli alunni dipendenti gli uni dagli altri nel raggiungimento di un obiettivo comune. Per creare questa inter-dipendenza reciproca si devono strutturare diversi legami tra i componenti di un gruppo, quali un obiettivo e un’identità comune, una suddivisione equa dei materiali e dei ruoli e un’unica valutazione per il prodotto di gruppo;
- la presenza di gruppi piccoli ed eterogenei, in modo da facilitare le relazioni e lo scambio di informazioni. L’eterogeneità stimola il confronto, promuove l’attivazione di diverse competenze e consente il sostegno degli studenti più in difficoltà;
- la presenza di alcune forme di controllo sul lavoro di gruppo da parte del docente, quali il monitoraggio e la revisione. La prima serve per "rilevare e descrivere il comportamento dei membri all'interno del gruppo, al fine di disporre di dati oggettivi sulla loro interazione che permetteranno all'insegnante di fornire un feedback sulla partecipazione e agli studenti di valutare l'efficacia del gruppo" (Johnson, Johnson e Holubec, 1994). La seconda avviene al termine dell'attività cooperativa e ha lo scopo di promuovere una riflessione metacognitiva sulle dinamiche di gruppo e sui processi di apprendimento.
Il Cooperative Learning rispecchia anche un particolare stile di insegnamento che valorizza una gestione partecipata e democratica della vita di classe, dove vi è il coinvolgimento attivo di tutti i componenti, la condivisione delle decisioni e la mediazione dei conflitti visti come possibilità di crescita collettiva. L’insegnante ha un ruolo importante, ma non è il centro dell’apprendimento dei suoi alunni, crede nelle loro potenzialità e favorisce modalità attive di acquisizione di conoscenze. Come un buon coach non gioca la partita al posto della sua squadra, ma guida, aiuta e stimola i suoi giocatori.
La letteratura descrive numerosi effetti positivi legati all’applicazione del Cooperative Learning ma “forse il maggior beneficio è che quando viene usato effettivamente, nessuno studente è ignorato o dimenticato” (Wood, Algozzine e Avett, 1993). Nessun alunno viene escluso dalla didattica o isolato in un lavoro “fuori dall’aula” e da tutte le esperienze che lì si verificano e che contribuiscono a creare un “senso di classe”, la sua identità come gruppo. È questa caratteristica imprescindibile e intrinseca alla metodologia stessa che spinge diversi autori a considerarla una delle strade possibili da percorrere per promuovere l’integrazione e la socializzazione tra alunni in un contesto di sviluppo per loro così importante come la scuola.